Il mio articolo di oggi su “Il Sole 24 Ore”

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26 Agosto 2016 0 Di mircomion
La verifica si fa con il sopralluogo
La diminuzione dei controlli è sicuramente il risultato di svariati fattori, tra i quali il notevole miglioramento della qualità dei Docfa presentati dai professionisti. Tuttavia, benché i dati che emergono dalla Relazione siano confortanti a livello nazionale, si rileva che in alcune zone d’Italia la pratica della rettifica d’ufficio, fatta in maniera unilaterale da parte dell’agenzia delle Entrate, è ancora in auge.
È certamente finita l’epoca dei controlli generici ma alcuni uffici locali provvedono ad inviare richiesta di riclassamento di un immobile, variando la categoria e la classe con conseguente aumento di rendita, modificando d’ufficio quanto proposto in sede di invio della pratica Docfa. Tale pratica non tiene conto dell’orientamento posto da due sentenze.
La prima della Corte di cassazione, la n. 339 depositata il 13 febbraio 2014, che afferma un importante principio: il classamento di un’unità immobiliare a seguito della presentazione di un Docfa non deve solo esser comunicato, ma occorre anche fornire gli elementi che spieghino perché la proposta del contribuente è stata rifiutata.
La seconda è la 747/5/2016 del 25 maggio 2016 della Ctr Liguria la quale asserisce che la rettifica della rendita catastale proposta tramite procedura Docfa deve passare attraverso un sopralluogo e deve contenere i motivi tecnici e le valutazioni effettuate per soddisfare la motivazione e confutare le argomentazioni del contribuente e non rileva il classamento delle unità dello stesso stabile. In caso di omesso sopralluogo, poi, il contribuente può sempre provare classamento e rendita proposti tramite perizia giurata di stima che è da ritenersi valida in caso di mancata contestazione.
Da tale orientamenti si comprende come sia di fondamentale importanza , anche in favore della compliance, porre in essere una collaborazione tra gli uffici dell’Agenzia e il contribuente rappresentato dal professionista.
L’auspicio è di una verifica preventiva, anche con un sopralluogo, attraverso la quale porre in atto un confronto costruttivo e circostanziato che, con il confronto delle parti, concordi la corretta classificazione dell’immobile. Pare di tutto vantaggio tale auspicata pratica evitando così inutili e dispendiosi contenziosi.
Tra i professionisti che svolgono attività di gestione dei modelli Docfa sono sicuramente da mettere in prima linea i geometri: il 26 settembre presso il Collegio dei geometri di Brescia partirà infatti il primo di una serie di appuntamenti formativi proposti da Agefis proprio sul tema: “Il contenzioso catastale dopo la riforma del processo tributario” con approfondimenti necessari per la tutela del contribuente nell’ambito degli accertamenti catastali.
Altro strategico e fondamentale tassello mancante per ridurre sensibilmente le attività di controllo sarebbe realizzare la riforma del catasto, abbandonata nella primavera del 2015. Con tale riforma il primo risultato sarebbe il miglioramento della qualità dei dati con specifico riferimento all’allineamento mappe, archivio dei fabbricati e bonifica delle superfici incoerenti, utili non solo al processo di riforma sopra citato, ma finalizzate in particolare, alla costituzione dell’Anagrafe immobiliare integrata.
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Mirco Mion

 

 

Sole_Mion_26.08.2016